Il mondo dei liberi professionisti è alla continua ricerca di soluzioni vantaggiose che permettano di portare avanti l'attività imprenditoriale riducendo al minimo i costi e mantenendo il massimo della flessibilità. Anche la vita quotidiana, aldilà delle professioni, ha la stessa esigenza di tagliare gli sprechi laddove possibile.
La formula più vantaggiosa sul mercato appartiene al contesto della Sharing Economy, ossia
il consumo collaborativo basato su di un insieme di pratiche di scambio e condivisione
siano questi beni materiali, servizi o conoscenze, che si propone come alternativo al consumismo classico. Esempi attuali li troviamo a Torino con la condivisione dei mezzi di trasporto:
[TO]BIKE - CAR2GO - IOguido - ENJOI
e li troviamo anche nell'edilizia abitativa ed in quella terziaria.
In poche parole, è cambiata l'attenzione sul concetto del POSSESSO di un bene, concentrandosi invece sui
vantaggi del semplice uso
del medesimo bene.
Usando SPAZI o BENI di proprietà di terze persone, ma messe in condivisione alla comunità, si usufruisce del servizio PAY PER USE (ossia paghi per quello che usi), tagliando così le spese fisse.
L'attitudine alla condivisione degli spazi lavorativi, si chiama CO-WORKING: ampiamente sfruttato all'estero, sta iniziando a trovare larghi consensi anche in Italia da moltissimi professionisti, freelance, lavoratori indipendenti e startupper. Col termine co-working, oggi si intende anche lo
spazio lavorativo condiviso
stesso, non più visto nelle sembianze di UFFICIO OLD STILE, ma pensato come SPAZIO a disposizione di chiunque voglia disporre in qualsiasi momento di un ufficio, senza l’obbligo di stipulare contratti a medio-lungo termine o sostenere costi di affitti mensili e spese per utenze e manutenzione. Il concetto alla base è semplice:
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